mercoledì 15 giugno 2011

A PROPOSITO DELLA LUNA...

Stasera, lo saprete, ci sarà un eclissi di luna. Allora, visto che la magia della luna da sempre mi avvince e soggioga quasi in una specie di delirio onirico di fantasie e sogni ad occhi aperti (la solita romantica) eccovi un avvincente spiegazione (scientifica e non fantasiosa) del perché la luna appare bianca nel cielo notturno.
Partiamo da più lontano. Esiste un fenomeno che si chiama COSTANZA DI CHIAREZZA. Cioè: la chiarezza di un oggetto tende a rimanere costante benché cambi l'intensità della luce che lo illumina e cambi, di conseguenza, l'intensità della luce che l'oggetto riflette. A dispetto di variazioni impressionanti nella quantità di luce proveniente da, per esempio, una cornacchia nera sotto il sole e dalla neve bianca illuminata da lampioni, noi vediamo sempre la cornacchia nera e la neve bianca. Andiamo oltre. Ci dice Paola Bressan ("Il colore della luna", Editori Laterza, pag. 85,86,87): "Supponiamo per esempio che una cornacchia svolazzi improvvisamente di fronte ai fari accesi della nostra auto mentre attraversiamo, di notte, una zona di campagna. Se non vi sono altri oggetti nel cono di luce e i fari illuminano soltanto la cornacchia, quest'ultima apparirà bianca. Questo fenomeno è stato dimostrato magistralmente da un esperimento, divenuto classico, condotto nel 1929 da Adhémar Gelb. In questo esperimento, un disco nero era sospeso in una stanza semibuia. Un faro nascosto alla vista dell'osservatore proiettava il suo fascio di luce sul disco, mentre il resto della stanza rimaneva in ombra. In queste condizioni, il disco appariva bianco (o perfino luminoso, se la luce del faro era sufficientemente intensa). Se però un piccolo pezzo di carta bianca veniva posto vicino al disco, all'interno del cono di luce, il disco diventava improvvisamente grigio. Quando il pezzo di carta veniva rimosso, il disco ritornava bianco, mostrando che la consapevolezza delle effettive condizioni di stimolazione non aveva alcun effetto su ciò che veniva visto. La LUNA nel cielo notturno appare bianca, o luminosa, esattamente per la stessa ragione per cui il disco dell'esperimento di Gelb appare bianco, o luminoso. Chiunque abbia visto le foto scattate dagli astronauti sulla luna, o campioni di suolo lunare in un museo della scienza, sa perfettamente che la luna non è affatto bianca, ma grigio scuro. L'esperimento di Gelb mostra che perfino un oggetto nero può apparire bianco quando rappresenta la più alta luminanza nel campo visivo. In casi come questo la costanza di chiarezza cessa di funzionare, ma ciò si verifica solo in condizioni molto speciali, quali la presenza di una fonte di luce nascosta (nel caso della luna, il sole) e l'assenza di altri oggetti nel fascio di luce." Non importa il reale colore di un oggetto, o meglio, la sensazione colore che percepiremmo in condizioni "normali"; il fenomeno della costanza di chiarezza è insito nella scena che osserviamo, nelle sue caratteristiche e non in ciò che "sappiamo" di essa.

Viviamo nell'apparenza; il colore non esiste...Però questa sera godiamoci la luna solo per ciò che è e lasciamoci andare alla bella sensazione di poter sognare ancora e di poter credere nelle favole.

mercoledì 8 giugno 2011

COLOR NAMING




Come promesso oggi analizzeremo insieme ciò che viene definito "color naming".
Dover dare un nome ai colori è un problema nato con l'uomo. Da sempre si è cercata una corrispondenza tra colore "intrinseco" (colore la cui identificazione avviene mediante strumenti di rilievo colorimetrico) e denominazioni linguistiche più o meno appropriate. Ancora adesso tale ricerca non ha dato risultati, in effetti, in quanto è praticamente impossibile una scientifica biunivocità tra colore e nome. Esistono però delle categorizzazioni semantiche riconoscibili a livello internazionale, che si sono affermate nel tempo e che tutti conosciamo; esse danno la possibilità di esprimere una sensazione cromatica attraverso l'uso di una parola. Le undici categorie di base sono: bianco, nero, rosso, verde, giallo, blu, marrone, porpora (con viola e violetto), rosa, arancio (arancione), grigio.





La categorizzazione dei nomi dei colori, comunque, è un fatto culturale.
Interessante sapere che, secondo studi scientifici, il nome del colore indica le caratteristiche di un prodotto e ha un'autonomia comunicativa ( ciò avviene nei processi mentali attivati tra l'informazione cromatica e l'immagine di un brand). Come direbbe un detto latino: nomina sunt consequentia rerum (i nomi sono corrispondenti alle cose)
Altra realtà che interagisce fortemente col nome del colore è quella del SIMBOLICO.
La possibilità di inventare relazioni tra colori, nomi e referenti (oggetti) è usata in pubblicità.





Per quanto riguarda il progetto percettivo cromatico, dobbiamo renderci conto che nella fase di progettazione non possiamo usare comuni parole per indicare tinte e colori (insomma: non scegliamo per la parete della cucina della signora x,  il "verde mela"...anche perché, viene da chiedersi, di quale verde e di quale mela stiamo parlando??). Si provocherebbero confusioni ed errori. 
Da qui l'uso di decodificazioni, metodologie, strumenti e linguaggi ( per es. il Sistema NCS) che ci permettono di comunicare con operatori del settore, applicatori, professionisti e coi committenti in modo preciso e consapevole.

mercoledì 1 giugno 2011

ALTRI COLORI: significati

Credo valga la pena includere altri colori all'interno del tema "significati". 







Verde
Fisiologicamente rappresenta la condizione di “tensione elastica”.
Psicologicamente è la volontà di operare, la perseveranza e la tenacia.
E’ espressione di fermezza (rappresenta i valori saldi, quelli che contano), costanza, autostima (il verde, specie se scuro e tendente all’azzurro, corrisponde all’uomo che sfida contrasti interni ed esterni, che sostiene le proprie convinzioni e possiede quindi un sentimento di autostima stabile).
Simbolicamente corrisponde alla maestosa sequoia dalle profonde radici, orgogliosa ed immutabile, che domina gli alberi meno alti. E’ quindi simbolo di temperamento austero ed autocritico.
La percezione sensoriale associata è la restrizione (astringente).
Il contenuto emotivo è l’orgoglio.
Organi collegati: muscoli lisci involontari (ulcera gastrica, difficoltà digestive, sono spesso associate con fastidi derivanti da perdite di posizione o fallimenti personali).
Tale colore aumenta il senso di orgoglio, di autocontrollo nei riguardi degli altri, la capacità di dominare gli eventi o per lo meno di manovrarli e dirigerli.
Il verde muschio dà sensazioni di morbidezza, tenerezza, intimità, calore. Il verde acqua di distacco o di freschezza. Quando è scuro e azzurrognolo, come gli abeti, ha valore di stabilità, forza, persistenza, costanza. Un verde puro, saturo ha un effetto stimolante tanto quanto un rosso puro. Il verde bosco calma.
Corrisponde alla forma del dado.
Non ha alcun effetto attivante a livello fisiologico (da qui il considerare i colori attorno al verde come colori di riequilibrio neurofisiologico). Lo spazio risulta bloccato. 
 

  
Verde-giallo
E' il colore dei germogli. Suscita allegria, accoglienza,leggerezza. Apre agli stimoli. Ha un effetto incitante, ammorbidente.
Ha significato di apertura, attesa e schiettezza.
Apre agli stimoli esterni. 








Viola
Essendo una mescolanza di rosso e di blu, tiene in sé alcune delle proprietà di entrambi i colori; il viola tende ad unificare l’impulso proprio del colore rosso a fare conquiste ed esperienze, raggiungendo l‘unità e l’armonia attraverso la battaglia, con la volontà tipica del blu di voler raggiungere l’unità e l’armonia attraverso una dedizione pacifica..
Ha come significato l’identificazione, intesa come fusione intima, erotica, o mistica.
Indica la metamorfosi e la trasformazione.
E’ il colore della transizione. E’ sconfinamento in un altro mondo, dai valori spirituali differenti.
E’ fusione degli opposti, quindi anche colore della spiritualità, della mistica, della magia, dei maghi, dell’incantamento erotico e della fascinazione dei sensi (per esempio i gioielli).
Corrisponde ad un quadrato puntato su un vertice i cui quattro lati sono piegati all’interno.
Nello spazio risulta sinuoso. Se scuro crea smorzamento degli stimoli e depressione. Se usato con tinte chiare (lilla) aiuta nella concentrazione e nella meditazione.


Grigio
E’ la neutralità (non è né chiaro, né scuro). L’assenza di campo vitale.
Il significato è la divisione e la distanza.
Non è né oggetto, né soggetto; né tensione, né rilassamento. Non è né eccitante, né calmante, non fornisce tensione o risoluzione, non è orientato né all’interno, né all’esterno.
Risulta riduttivo, indifferente. Viene associato a stati di apatia.
La forma è esagonale.
Nello spazio è immobile.


 
Marrone
Il marrone nasce da una mescolanza dell’arancione con un colore scuro, che spezza l’intensità luminosa. In tal modo viene offuscata anche la forza vitale dell’arancione. Al suo posto subentra con il marrone una condizione di vita passiva.
Il marrone corrisponde quindi al sentire materiale-sensuale passivo proprio del corpo. Rappresenta la sensazione applicata ai sensi.
E’ sensuale in senso fisico, con riferimento al corpo.
Simbolicamente costituisce le “radici”, il focolare, la casa, la sicurezza familiare o della propria etnia.
Il suo significato è la comodità confortante e la soddisfazione fisica, materiale.
E’ un colore concentrico e morbido, pertanto corrisponde a forme arrotondate, non ben definite.
Nello spazio è avvolgente. (Sconsigliato per la tinteggiatura delle pareti. Ottimo nell'uso di qualsiasi tipo di legno).

 


 
Bianco e Nero
Anche il bianco e il nero sono colori, benché non sgargianti. Nelle lingue più primitive esistono termini per indicare questi due colori (le lingue che riconobbero anche un terzo termine per il colore, lo usarono per designare il rosso).
Per i colori “non variopinti” nero e bianco, il denominatore comune è che rappresentano un massimo: il nero dell’oscurità e il bianco della chiarezza.
Essi rappresentano gli opposti, i due estremi: il rifiuto (nero) e il consenso (bianco). Da qui la decisione di combattere o fuggire, di annientare (aggressività) o perdersi nei grandi spazi. Tale scelta (o bianco o nero) risiede nel sistema filogenetico di più antica strutturazione, cioè il cervello olfattivo (riencefalo).



 

Bianco
Il bianco è tra tutti il colore più chiaro, con forte potere stimolante (a volte abbagliante).
E’ la chiarezza, il consenso. La “tabula rasa”.
Ha significato di libertà; libertà da ogni tipo d’impedimento.
E’ assenza di macchie morali, la purezza (abito da sposa), la pulizia (campagne pubblicitarie di detersivi), la verità (libro bianco), l’innocenza (sacramenti e santi), la resa (bandiera bianca), l’iniziazione (il candidato).
Nello spazio risulta impalpabile. (Va evitato su grandi campiture; le pareti totalmente bianche sono abbaglianti e quindi affaticano la vista).


Nero
Tra tutti è il colore più scuro.
Ha come significato l’incondizionato, il definitivo.
E’ l’assoluto confine oltre cui la vita cessa, quindi esprime l’idea del nulla, dell’estinzione.
E’ negazione, rinuncia, o abbandono. E’ l’antitesi di tutto ciò che è positivo.
E’ oscurità, rifiuto.
Può indicare la rivendicazione di potere, l’opposizione anarchica.
Esso si esprime, in campi diversissimi tra loro, come colore della morte, della maestà e della solennità, come abbigliamento ecclesiastico e come biancheria seduttiva.
Appesantisce e inibisce. Lo spazio risulta essere compresso.
(Sconsigliato per la tinteggiatura di pareti).