domenica 23 marzo 2014

Percezione visiva

J.Itten



Nodi e aree corticali (S. Zeki)

Nel cervello vi sono molte aree visive, che ricevono direttamente o indirettamente un input da quella che viene definita area V1 o corteccia visiva primaria. In un sistema costruito da interazioni tra possibili insiemi e sottoinsiemi, la V1 è connessa con altre aree, tra cui la V4, area preposta alla visione cosciente del colore, che viene considerata un esempio di nodo primario. (Con il termine nodo si intende un gruppo di cellule dotate di caratteristiche peculiari, costituenti uno specifico stadio del percorso visivo, o un sub-compartimento specializzato all'interno del percorso, che fornisce informazioni ad altre aree.)
Nel nodo primario l'attività diventa percettivamente esplicita senza bisogno avvengano altre rielaborazioni. L'attività della V4 porta per esempio alla percezione cosciente del colore, senza dover utilizzare altre elaborazioni.
Quando la V4 risulta assente (per es. nel caso di pazienti acromatopici), secondo recenti studi, per la visione dei colori diventano nodi primari la V1 e la V2 che però non garantiscono una visione stabile del colore.
In un esperimento psicologico condotto da Moutoussis & Zeki (2002), basato sulle tecniche di imaging del cervello, sono state utilizzate immagini di case, volti e figure di controllo colorate in modo uniforme, presentate secondo l'uso di stimolazioni visive opposte (stimoli presentati al soggetto alternativamente ai due occhi). 
 
"L'uso di stimolazioni visive opposte ci consente di adattare l'input sensoriale al cervello, in modo che lo stimolo, sebbene identico, a volte venga visto e a volte no. Quando uno stesso stimolo, come una casa o una faccia, è presentato singolarmente a ciascun occhio, ovvero alternativamente all'uno e all'altro ogni 100 ms (millisecondi), le due immagini si fondono in un'immagine sola e il soggetto è in grado di registrare consciamente e correttamente il tipo di stimolo. Tuttavia, se lo stesso stimolo è presentato a ciascun occhio, secondo lo stesso metodo, ma con colori opposti, i due colori si cancellano a vicenda nella fusione, lo stimolo non è più percepito e non può essere riconosciuto dal soggetto, anche se l'input visivo ha la stessa condizione di quando lo stimolo era percepito correttamente." (S. Zeki, Con gli occhi del cervello, Di Renzo Ed., Roma, 2011, pag. 35)

Tale sperimentazione dimostrerebbe che nei nodi primari risulterebbero sovrapporsi elaborazioni dell'informazione e percezione.
Inoltre, indipendentemente dal fatto che lo stimolo sia o meno percepito, vengono attivate le stesse aree specifiche. 
 
Così, per essere più chiari, quando lo stimolo è quello di una faccia, si attiverà l'area corticale specializzata nella percezione dei volti, indipendentemente dal fatto che lo stimolo sia percepito o annullato. Un analogo risultato si ottiene mostrando immagini di case dipinte, che vanno ad attivare un'altra parte specializzata del cervello. (…) Riassumendo, possiamo dire che ci sono molteplici aree visive diverse nel cervello, ognuna delle quali riceve stadi diversi dell'input visivo. Ogni stadio costituisce un nodo. Tali nodi diventano primari se la loro attività non richiede ulteriori elaborazioni e sono correlati con la percezione cosciente di quel contenuto. Un nodo primario, quindi, è un sito di elaborazione, così come è un sito di percezione cosciente. Ne consegue una conclusione importante: l'attività di un dato nodo primario non dipende necessariamente dall'input di un'area superiore...” (S. Zeki, op. cit., pag. 35 -36)




Pareidolia

Un aspetto interessante nella percezione visiva è il processo psichico definito pareidolia (dal greco para simile, eidolon immagine).

La pareidolia è quel processo psichico che porta a ricondurre forme casuali a forme note.
Secondo K. Jaspers: "Senza emozioni, né giudizio di realtà, ma anche senza che, al richiamo dell'attenzione, le immagini illusorie debbano scomparire, la fantasia produttiva crea da impressioni sensoriali incomplete, da nuvole, dalle pareti di un vecchio muro e cose simili, formazioni illusorie assolutamente nitide e con il carattere della corporeità." (Citazione tratta da: U. Galimberti, Dizionario di Psicologia, Vol. 2, Gruppo Ed. L'Espresso, Roma, 2006, pag. 285)
Questo processo, inconsapevole e automatico, è anche collegato alla nostra percezione istintuale. Lo possiamo riscontrare quando riconosciamo volti, disegni, espressioni, forme di animali o umani nelle tracce delle nuvole, o sulle facciate delle case, o negli oggetti di uso quotidiano.
Per Jaspers è un'Illusione, ovvero una percezione che deriva da trasformazioni di percezioni reali, per cui gli stimoli sensoriali indefiniti vengono rielaborati in maniera fantastica e resi nitidi da elementi intrapsichici riprodotti. (U. Galimberti, op. Cit.)
Un'applicazione della pareidolia si ha nel test di Rorschach, dove si richiede un'interpretazione libera di macchie di colore.